Come si è evoluta la vegetazione della Mendola meridionale nel corso della storia? Quali sono stati i risultati del grande studio sulle farfalle condotto nei Giardini di Castel Trauttmansdorff? Sono state scoperte nuove specie animali e vegetali in Alto Adige lo scorso anno? I più recenti risultati delle ricerche botaniche e zoologiche in Alto Adige sono presentati nella rivista del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, Gredleriana 24, di recente pubblicazione.
Per quanto riguarda la botanica, Conradin A. Burga, biogeografo dell’Università di Zurigo, presenta i risultati della sua ricerca sulla torbiera Oberfenn, che offrono una visione della storia della vegetazione della Mendola meridionale e, al contempo, della storia climatica della regione. Dal tardo periodo glaciale (circa 14.000-10.000 a.C.) e durante l’Olocene (l’attuale periodo caldo dell’era glaciale, iniziato oltre 11.000 anni fa), in quest’area si sono alternati diversi tipi di vegetazione a causa delle fluttuazioni climatiche: Nelle prime fasi calde si verificò un rimboschimento, inizialmente di pino silvestre, che insieme all’assenzio, al ginepro e all’olivello spinoso formava una sorta di steppa forestale, mentre erbe e agrifoglio marino crescevano sugli affioramenti rocciosi. Nell’Olocene, i tipi di boschi si sono alternati seguendo le fluttuazioni climatiche (pineta, abete rosso (montano) o bosco misto di querce (collinare)). Successivamente, si sono diffusi l’abete e il faggio. L’attuale bosco di faggi e abeti di Favogna di Sopra si è sviluppato solo nel tardo Olocene.
Nel contributo di Thomas Wilhalm del Museo di Scienze Naturali e di diversi altri esperti ed esperte viene presentata invece la pianta Succiamele dell’aconito (Orobanche lycoctoni). A trovarla è stato Mario Larcher, membro del Gruppo di lavoro sulla flora dell’Alto Adige: Durante una delle sue escursioni in Valle Aurina si è imbattuto in un’orchidea estiva finora sconosciuta in Alto Adige. Dall’analisi approfondita dei dati è emerso che la pianta era già stata raccolta e documentata nel XIX secolo, ma che da allora la sua identificazione era stata considerata incerta, motivo per cui la scoperta non era quasi mai stata citata in letteratura. Questa pianta non solo rappresenta la prima e, finora, unica segnalazione di questa pianta in Alto Adige, ma anche la quarta in tutta Italia.
Nella sezione dedicata alla zoologia, Peter Huemer presenta il suo ampio studio sulle farfalle e le falene dei giardini di Castel Trauttmansdorff: L’esperto tirolese di farfalle e il suo team hanno monitorato 513 specie di 48 famiglie. Molte di queste sono state registrate per la prima volta in Italia, altre 13 specie sono prime registrazioni per l’Alto Adige, 16 specie sono migratorie e altre undici provengono da altri continenti.
Anche la formica Strumigenys baudueri, presentata nella Gredleriana, è stata identificata per la prima volta in Alto Adige: Elia Nalini dell’Istituto per l’Ambiente Alpino di Eurac Research di Bolzano e dell’Istituto di ecologia dell’Università di Innsbruck insieme ad altri esperti ed esperte ha fatto questa scoperta nell’ambito del progetto Monitoraggio della Biodiversità Alto Adige. Gli animali, diverse operaie, erano stati in precedenza erroneamente attribuiti alla specie Strumigenys argiola. Provengono da un vigneto e da un prato secco della Valle dell’Adige.
Dal 2001 il Museo di Scienze Naturali con la pubblicazione annuale della rivista Gredleriana rende accessibili le nuove conoscenze sulla flora e sulla fauna dell’Alto Adige e su argomenti correlati come la scienza e la storia della vegetazione. Questo obiettivo si inserisce nel più ampio progetto di approfondimento della conoscenza della natura locale. La rivista prende il nome dal naturalista tirolese Padre Vinzenz Maria Gredler (1823 – 1912).
L’edizione 24 della rivista – con testi in lingua tedesca ed inglese – è disponibile al prezzo di 25 euro nello shop del museo o gratuitamente in versione online sul sito del museo all’indirizzo https://www.natura.museum/de/publikationen/gredleriana-24/.
Info: tel. 0471 412964